Ma tant’è, tutto è rimasto fermo lo stesso. Il via libera non arriva. Ma chi non vuole il leader mondiale del food nella città dei murales? Quali interessi si nascondono dentro l’amministrazione guidata da Ordine?
Più di qualche indizio porta dritto verso Mariano Casella, presidente del consiglio comunale e cognato dell’ex sindaco ed ex senatore Ernesto Magorno. Casella è parte in causa nel contenzioso contro il Comune proprio per la strada di accesso che il punto Conad (che si rifà a lui) non vuole concedere ai lavori di realizzazione del Mcdonald’s. È proprio lui che in qualche modo non consente il via libera dell’amministrazione? Chissà. Nel frattempo l’opposizione, se così si può definire, tace, fatta eccezione per l’avvocato Liserre che in un video di qualche settimana fa ha attaccato il Comune sulla vicenda.
Il nodo della questione potrebbe essere anche del tutto “industriale”, alla fin fine. E non sono poche le voci che narrano di un interessamento dei titolari del punto Conad verso un alto gruppo, l’Old Wild West. A loro si vorrebbe affidare il fitto del secondo piano del capannone, fin troppo facile intuire senza concorrenza a pochi metri. Ogni riferimento a Mcdonald’s è puramente voluto.
Ci sta, ci sta tutto nel libero mercato. Il punto semmai è un altro, che con il libero mercato c’entra poco. Si può eventualmente “utilizzare” una amministrazione comunale per privatissimi scopi di mercato?
Persino a Diamante la risposta è tutto sommato scontata…
I.T.
L'articolo Diamante, il “panino” indigesto… proviene da Il Fatto di Calabria.