Alla protesta di Ennio Porco si sono associati diversi altri pazienti che si trovano nelle medesime condizioni, mentre sono numerose le manifestazioni di solidarietà che gli sono pervenute. L’infermiere professionale in pensione Emilio Iorno ha colto l’occasione per rafforzare la protesta dei dializzati e sottolineare come la sanità in Calabria si debba dare tutt’altro orientamento rispetto ai presidi ospedalieri.
«Gli ospedali – sostiene Iorno – vanno aperti, non vanno ridimensionati o smantellati: l’ospedale di Rogliano non meritava questo trattamento per i livelli di assoluta efficienza che ha coronato la sua storia. Gli ospedali servono a salvare la vita delle persone ammalate e l’ospedale “Santa Barbara” ne ha salvate tantissime di vite, senza mai incorrere in casi di malasanità. Sulla salute della gente non si specula e non si fanno giochi di palazzo. Rogliano, serviva, serve e servirà ad allentare la pressione ormai arrivata al collasso del nosocomio di Cosenza. Spero che queste persone che stanno promettendo di far ritornare agli “antichi fasti” il nostro ospedale capiscano l’importanza e il vero ruolo del “Santa Barbara”, fulcro non solo di Rogliano, ma dell’intero bacino della valle del Savuto».
L'articolo Dializzati del Savuto, turni e viaggi massacranti: crescono i disagi dopo la chiusura del “Santa Barbara” proviene da Il Fatto di Calabria.