È la stima della spesa generata dai turisti italiani nello scenario di una loro vacanza in Italia nel 2023 al posto di una destinazione abitualmente estera. Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Lombardia registrano la maggiore propensione turistica estera ideata da Demoskopika. E, intanto, il presidente dell’Istituto di ricerca, Raffaele Rio lancia una proposta al Governo Meloni:
«Attivare un piano di sovranità turistica per rafforzare l’identità della destinazione Italia».

Ogni anno oltre 18 milioni di italiani scelgono una destinazione estera per trascorrere le loro vacanze generando ben 158,4 milioni di pernottamenti e una spesa turistica di quasi 15 miliardi di euro. Cosa accadrebbe se una quota di questi italiani optasse per una destinazione turistica nel Belpaese? Si produrrebbero circa 9 milioni di arrivi, oltre 31 milioni di presenze e un vantaggio per il sistema turistico nazionale pari a quasi 3 miliardi di euro all’anno. Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Lombardia presentano il maggior tasso di propensione turistica estera, rapporto ideato dall’istituto di ricerca per misurare l’incidenza dei turisti che trascorrono annualmente una vacanza all’estero sul totale dei vacanzieri residenti per regione.
È quanto emerge da una ricerca dell’istituto Demoskopika che ha stimato il possibile impatto sul turismo italiano analizzando i consumi turistici dei residenti nel Belpaese che annualmente scelgono di trascorrere le vacanze fuori dai confini nazionali.

«Sarebbe proficuo – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – mettere in campo un Piano di sovranità turistica con il quale il governo Meloni, in condivisione con i portatori di interesse (associazioni del comparto, Regioni, etc.) potrebbe recuperare, da un lato, una quota significativa di mercato “nazionalista”, ossia di turisti italiani che potrebbero riprendere a scegliere il Belpaese come meta principale per le vacanze e, dall’altro, rafforzare misure e interventi maggiormente in linea con i nuovi comportamenti di consumo turistico espressi dal mercato nazionale principalmente dopo il periodo post pandemico. È sul cluster degli esterofili, – precisa Raffaele Rio – cioè dei milioni di turisti italiani che ogni anno scelgono l’estero quale meta vacanziera che si dovrebbe concentrare prioritariamente la strategia integrata della sovranità turistica. Le misure governative, da quantificare puntualmente nei contenuti e nelle risorse finanziarie in relazione alle fasi e agli strumenti da mettere in campo e ritenuti più efficaci per un’attuazione consapevole del Piano di sovranità turistica, non possono non trovare punto di partenza nei fattori “condizionanti” la scelta degli italiani di trascorrere una vacanza in una destinazione nel Belpaese tra i quali figurano le attrazioni naturali e paesaggistiche, la scoperta del patrimonio storico, artistico e culturale, E, ancora, la qualità dell’offerta ricettiva, la tradizione enogastronomica e un buon rapporto prezzo/qualità dell’offerta. Risvegliare l’identità turistica dell’Italia – conclude il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – può e deve rappresentare una leva di crescita del comparto nel nostro paese».

Scenario: “catturare” il turismo esterofilo può generare 9,2 milioni di arrivi e 31,2 milioni di presenze in Italia. Ogni anno mediamente 18,4 milioni di italiani prediligono l’estero per trascorrere le vacanze generando ben 158,4 milioni di pernottamenti. È quanto rilevato dall’Istituto Demoskopika elaborando i dati relativi ai viaggiatori italiani dell’indagine annuale della Banca d’Italia sul turismo internazionale. Facendo leva sulla sovranità turistica si potrebbe convincere una quota rilevante dei turisti esterofili, cioè degli italiani che annualmente scelgono di trascorrere le vacanze fuori dai confini del Belpaese. Nell’ipotesi di fidelizzare la metà del raggruppamento del turismo esterofilo, nei 12 mesi del 2023 il comparto italiano potrebbe beneficiare di nuovi 9,2 milioni di arrivi e di 31,2 milioni di presenze con una crescita rispettivamente pari al 17,8 per cento e al 17 per cento rispetto al 2021, ultimo dato disponibile dell’Istat per regione.
Sarebbero otto i sistemi regionali a ottenere prioritariamente i maggiori benefici collocandosi al di sopra dei valori medi italiani sia per gli arrivi che per i pernottamenti: Valle d’Aosta, Lazio, Basilicata, Lombardia, Calabria, Piemonte, Campania e Trentino-Alto Adige.

Vantaggi: con sovranità turistica, crescita della spesa dei vacanzieri pari al 13,4% . Sarebbe pari a 2.933 milioni di euro il beneficio, misurato in termini di spesa turistica, generato dai cosiddetti “turisti esterofili” con un incremento pari al 13,4 per cento rispetto al 2021 secondo le stime di Demoskopika:
19.530 milioni di euro nel 2023 a fronte dei 17.221 milioni di euro nel 2021, aggiungendo alla stima il solo vantaggio economico della quota dei turisti italiani convinti a trascorrere una vacanza nel Belpaese. Quasi la metà, pari a 1.332 milioni di euro, sarebbe concentrato, in quattro sistemi turistici regionali: Emilia-Romagna con 405 milioni di euro, Veneto con 326 milioni di euro, Toscana con 307 milioni di euro e, infine, Trentino Alto-Adige con 294 milioni di euro.

Abitudini: ecco la mappa della propensione turistica all’estero. La scelta di molti cittadini italiani di trascorrere le vacanze all’interno dei confini nazionali – si apprende dallo studio di Demoskopika – potrebbe, dunque, rappresentare un significativo valore aggiunto per il comparto italiano. Ma quali sono i comportamenti di consumo turistico degli italiani? E soprattutto, in quanti, si spostano annualmente scegliendo la vacanza in una destinazione estera?
In questa direzione, Demoskopika ha misurato la propensione turistica all’estero, attraverso un indicatore ottenuto dal rapporto tra il totale dei turisti che trascorrono annualmente una vacanza all’estero sul totale dei vacanzieri residenti per regione. Per una lettura più semplificata del fenomeno, i dati per regione rilevati dalla Banca d’Italia, sono stati raggruppati in tre cluster: alto, medio e basso livello di propensione. A spostarsi più abitualmente all’estero i turisti residenti in cinque sistemi regionali: Valle d’Aosta con un’incidenza percentuale, pari al 60%, dei turisti esterofili sul totale dei turisti residenti in quel territorio. A seguire Trentino-Alto Adige (44,8%), Lombardia (42,4%), Piemonte (39,9%) e Lazio (35,6%). Sul versante opposto, infine, i meno propensi agli spostamenti all’estero per trascorrere le vacanze risultano residenti in Calabria (8,2%), Basilicata (13,1%), Sicilia (13,9%), Umbria (19,5%), Puglia e Molise (20,2%).

Breve nota metodologica.
Si precisa che per ridurre eventuali distorsioni, i dati di tutti gli indicatori osservati e stimati (viaggiatori italiani all’estero, arrivi, presenze e spesa turistica) sono stati ricavati quale media del periodo 20172021. Le fonti utilizzate sono state, inoltre, la Banca d’Italia per quanto riguarda la stima del cluster degli esterofili e l’Istat per la rilevazione di arrivi e presenze. Si precisa che per i viaggiatori italiani all’estero sono stati considerati esclusivamente coloro i quali hanno pernottato in sistemi alberghieri ed extraalberghieri per consentire una maggiore confrontabilità dei movimenti turistici. Per la stima dell’impatto della sovranità turistica si è ipotizzato un livello di efficacia del Piano capace di convincere la metà dei cosiddetti “turisti esterofili”. Si precisa, inoltre, che la variazione rispetto al 2021 è stata ottenuta aggiungendo agli arrivi e alle presenze del 2021 (ultimo dato disponibile dell’Istat su base regionale) la solo componente aggiuntiva della “sovranità turistica”, escludendo, dunque, una eventuale crescita o flessione dei flussi turistici italiani oltre ai movimenti generati dagli stranieri. Il numero complessivo dei turisti esterofili (arrivi) è stato suddiviso tra i sistemi turistici regionali mantenendo costante la quota per regione degli arrivi generati storicamente dagli italiani. Il valore dei pernottamenti (presenze) è stato ottenuto moltiplicando gli arrivi per la permanenza media per regione. La stima della spesa, inoltre, è stata ottenuta moltiplicando la spesa pro capite generata dal cluster dei turisti esterofili per le presenze per regione. La propensione turistica all’estero, infine, è data dal rapporto tra il totale dei turisti che trascorrono annualmente una vacanza all’estero sul totale dei vacanzieri residenti per regione. In allegato, si riportano i prospetti tabellari con i dati degli indicatori regione per regione.

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