«Sono onorato di questa mia esperienza a Catanzaro e in Calabria, una terra che amo molto. Darò tutto me stesso». Lo ha detto il nuovo prefetto di Catanzaro Castrese De Rosa, parlando con i giornalisti all’atto del suo insediamento nel capoluogo calabrese. «Sono uomo del Sud, essendo nato a Napoli, i miei suoceri – ha esordito De Rosa – sono originari della provincia di Cosenza, e mio figlio studia all’Università di Catanzaro e quindi con lui sarà un ricongiungimento. Alla Calabria sono molto legato, mi mancava Catanzaro ma mi innamorerò anche di questa terra. Il ministro Piantedosi dice che il prefetto è sempre competente, e io mi interesserò di tutti i problemi essendo la massima autorità locale, quella che rappresenta il governo. Sono aperto all’ascolto, la prefettura – ha rimarcato De Rosa – è una casa di vetro, deve essere la casa di tutti, a misuri dei cittadini. Non starò chiuso nelle mie stanze, sarò molto presente nei territori, penso di fare anche Comitati itineranti quando ci saranno le condizioni. Mi piace definirmi il prefetto del dialogo, dell’ascolto, sono pragmatico e non mi piace fare filosofia, chiederò ai miei interlocutori di essere altrettanto perchè la gente merita risposte immediate». De Rosa ha poi illustrato le sue priorità di azione: «Ordine e sicurezza pubblica sono l’argomento che mi sta più a cuore. Poi la lotta alla criminalità organizzata, che è molto cambiata: anche a Lecco ho trovato famiglie ‘ndranghetiste, la mafia non ha confini, è silente e non ammazza più, bisogna stare sul pezzo. L’obiettivo è garantire pace, coesione sociale, e tranquillità ai cittadini. Dall’esperienza in Emilia Romagna, con tre alluvioni in poco tempo da gestire – ha poi aggiunto il neo prefetto di Catanzaro – mi porto la capacità di collaborazione con le istituzioni. La Calabria ha mille problemi e a volte è disgregata, bisogna fare squadra: io non sono il prefetto dei miracoli, bisogna dare risposte insieme, da soli non si va da nessuna parte. Mi auguro che lo spirito di coesione che ho riscontrato a Ravenna lo troverò anche qui. Qui ci sono potenzialità inespresse, dobbiamo farle uscire fuori. La Calabria non deve essere vista essere vista come una Cenerentola». De Rosa ha ricordato anche la sua precedente esperienza lavorativa in Calabria, nel 2018, nella terna commissariale che ha guidato il Comune di Platì dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose: «Fase esaltante, mi ha insegnato molto in un territorio difficile, ma la stragrande maggioranza della popolazione in Calabria è fatta di persone perbene e noi dobbiamo dare ascolto a queste persone e isolare quella minoranza». De Rosa, che è anche giornalista, ha poi detto che è sua intenzione avere un rapporto franco diretto con la stampa, credo nel ruolo della stampa libera, punto fondamentale per dare notizie ma anche per fare critiche che sono utili per migliorarsi».
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