Finalmente è arrivata l’imbarazzante risposta del presidente Occhiuto alle mie domande sulla sussistenza, o meno, delle risorse destinate alla costruzione del nuovo ospedale di Catanzaro. È stata la risposta che mi aspettavo e la conferma di quello che avevo sospettato: al momento ci sarebbero (ma il condizionale è d’obbligo) solo 86 milioni di euro dai fondi Inail che sarebbero appena sufficienti solo per avviare lo studio di fattibilità e le costose progettazioni, non certo per appaltare un’opera da 3-400 milioni di euro. Dove sono gli altri soldi? Dove sono finiti i 220 milioni di euro che l’ex articolo 20 destinava al nuovo ospedale di Catanzaro?
Qui il presidente Occhiuto è stato molto vago, ma per lui parlano le tre delibere adottate dalla giunta regionale e dal commissario ad acta per la sanità con cui i fondi ex articolo 20 per Catanzaro sono stati dirottati per fare andare avanti i lavori degli ospedali di Sibari, di Vibo Valentia e di Gioia Tauro. Lui dice che i soldi mancanti li darà l’Inal, ma se già l’istituto ha messo in discussione quelli già concordati, non vediamo come possa concedere ulteriori 220 milioni di euro. Mi dispiace molto sottolineare che le delibere di giunta con cui sono stati tolti soldi al Capoluogo per destinarli agli ospedali della Sibaritide, di Gioia Tauro e di Vibo Valentia siano state adottate con il voto favorevole del vicepresidente Filippo Pietropaolo che vive e risiede a Catanzaro e rappresenta Fratelli d’Italia della Sottosegretaria Wanda Ferro.
E, non dimentichiamolo, con il silenzio colpevole e complice dei consiglieri regionali catanzaresi della maggioranza e non che a dirla per come la racconta lo stesso governatore Occhiuto erano stati ben informati dell’utilizzo dei fondi e, quindi, semmai complici consapevoli, evidentemente tutti piegati al volere dello “zar” cosentino Occhiuto.
Per Catanzaro solo parole e vaghe rassicurazioni, vedremo, faremo, discuteremo, rimodulerem
Poiché io ho la testa notoriamente dura continuo a chiedere al presidente Occhiuto, fino alla noia, da dove prenderà 220 milioni di euro da restituire al nuovo ospedale di Catanzaro.
L’impressione che ho avuto è che il presidente-commissario plenipotenziario della sanità abbia voluto prendere tempo poiché i soldi per Catanzaro in realtà non ci sono più. Ha detto che avvierà gli studi di fattibilità e la progettazione, ma anche qui è stato vago e poco credibile.A proposito di studi di fattibilità, io e tutti i catanzaresi ci domandiamo chi ha impedito al presidente Occhiuto di avviare le procedure per Catanzaro già tre anni fa? Eppure aveva i soldi in cassa, l’integrazione tra gli ospedali già fatta e l’indicazione dell’area da parte del Comune.
Sicuramente il presidente smascherato tirerà la corda fino alle elezioni e magari toglierà fuori dal cilindro un contentino per gli ingenui catanzaresi, ovvero il progetto del pronto soccorso a Germaneto. Ma stiamo attenti. Anche qui c’è il trucco. Se, come si dice, verrà realizzato al Policlinico un mega pronto soccorso, dotato di grandi spazi e di tutte le tecnologie, sarà un ennesimo tassello della strategia di portare tutto a Germaneto e smantellare, pezzo dopo pezzo, il “Pugliese”. Io penso che un secondo pronto soccorso sia utile per allentare la pressione su quello esistente, servendo l’utenza della zona sud e della fascia jonica, ma non può diventare il pronto soccorso principale della città rendendo di serie B quello esistente.
Se proprio devo essere sincero, credo che Occhiuto, molto abilmente e sapendo che nessuno dei consiglieri regionali di Catanzaro lo contrasterà mai, farà di tutto per riuscire nel suo intento di portare tutta la “Dulbecco” a Germaneto, consegnandola nelle mani dell’Università e rottamando quello che resta del “Pugliese”.
Magari facendo finta di cedere sulla localizzazione, tanto nella sua mente l’ospedale Pugliese è già definitivamente cancellato anche se si sta rendendo conto che poi non sarà così facile.
L'articolo Nuovo ospedale a Catanzaro, Tallini: “Solo 86 milioni di euro e gli altri 220 dove sono finiti?” proviene da Il Fatto di Calabria.