Il Nucleo Operativo di polizia ambientale della Capitaneria di porto ha posto i sigilli alla Meridionale Petroli. Sequestro che scaturisce a seguito dei controlli per quanto concerne vapori, fumi ed emissioni nell’atmosfera, eseguiti negli ultimi giorni dai militari della Guardia costiera, in sinergia con l’Azienda sanitaria provinciale e l’Arpacal, ovvero tutti gli enti preposti al controllo della salubrità dell’ambiente e della salute. Dietro i sigilli apposti, c’è stata tutta un’attività messa in campo dai militari della Capitaneria di porto di Vibo Marina, e che è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. D’altronde il procuratore Camillo Falvo, è da sempre attento ai reati ambientali; perché, a monte infatti, ci sarebbero emissioni nell’atmosfera, in materia di Autorizzazione Unica Ambientale (Aua). Sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che la Meridionale Petroli
fosse sprovvista di queste importanti autorizzazioni, almeno stando alle indiscrezioni che sono trapelate in serata; benché ne manchi comunque l’ufficialità. Massimo riserbo infatti negli ambienti. Si tratterebbe in ogni caso di procedimenti di competenza alla Regione Calabria, poiché l’Aua è rilasciata dal settore Ambiente. Insomma, ritorna dunque sotto i riflettori uno dei più importanti stabilimenti
industriali del vibonese e i suoi depositi.
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